Mese: dicembre 2013

OUTTA TIME

Lo ammetto: son la classica tipa che adora fare ste boiate dei resoconti di fine anno.
Perchè ogni volta è una coltellata nel petto,ma dopo aver scritto su “carta” i mesi trascorsi,le cazzate fatte o quelle che si dovevano fare, mi sento sempre tanto leggera.
A sto giro però non mi va,perchè lo so che inevitabilmente finirei di parlare di una certa persona, e non ne vale più la pena.
Quindi,ecco le mie canzoni per riassumere il 2013.

1.

Sarò onesta: i primi mesi dell’anno mi sentivo con un ragazzo che,come me,adora i Mumford and Sons. E in quel periodo come non mai,ci stavo in fissa. Quindi questa canzone mi ricorda tante cose,dai suoi messaggini alle 150h fatte alla Biblioteca di Medicina.
E anche lo studio per la tesi,lo scriverla,i pianti quando pensavo di non farcela.
La soddisfazione nel cantarla in macchina quando sono andata a consegnare alle segreterie i documenti finali.

2.

Nella strada principale denomitata “colonne sonore della vita”,loro ci sono sempre. E i mesi primaverili sono stati caratterizzati da questa canzone, sparata a mille nell’ipod mentre mi facevo le mie passeggiate in centro e riflettevo. Riflettevo sul provare o no determinati sentimenti per una certa persona,sull’amicizia, se esiste davvero quella vera,bella,autentica e senza cattiverie alle spalle. Riflettevo sul perchè, senza accorgermene,mi devo sempre far mettere in testa i piedi da qualcuno.
E mi dimenticavo delle mie riflessioni.

3.

Il mese della laurea,e i 4 mesi di ozio cui ha fatto da iniziatore. La gioia per aver conseguito un obiettivo in così poco tempo, lo scoprire di avere una determinazione che non mi sarei mai immaginata.
I pianti delle mie amiche mentre leggevano la dedica,le risate all’aperitivo di laurea quando mi hanno fatto vedere di fronte a tutti il video che mi avevano fatto.
I venerdì no stop, fino a giugno e poi ancora da Settembre al 30 Novembre nel mio,nel nostro locale preferito,che oramai  è Casa.
I giovedì agli aperitivi in centro che non scorderò.
Il True American,le feste in casa,le feste universitarie. Poche ma buone.
Il sentirsi viva,il sentirsi 20enne,il sentirsi felice. Riprovare le stesse identiche emozioni ora che scrivo ricordando quei giorni.

4.

What do you say? Is this the time? E nella mia testa,la risposta era “Sì”.
Il pensare di trovarsi nel momento più giusto della propria vita, le persone più giuste accanto, di avere la cotta per il ragazzo più giusto. Il volergli dare il mondo intero. L’essere felice semplicemente per la sua presenza. La stupidità.
Il ritrovarsi ascoltare canzoni di Ingrid Michaelson,come “All love”.
It’s all love,all love.It’s all love my stupid love.
Rettifico: IT WAS.

5.

L’estate. Dalle amiche,in giro per il sud Italia.
I 4 giorni memorabili dalla wife, il conoscere gente nuova,interessante e anche fighi.
Lo scoprire di risultare interessante per gli altri. La soddisfazione. La felicità per i viaggi,il non voler tornare a casa, il non voler rivedere le solite persone e voler rivedere così tanto una persona. La spensieratezza di trovarsi in nuove città,nuovi paesi, con gente nuova. Lo scoprirsi una persona migliore,se fuori dal proprio habitat.

6.

Il cercare di darsi carica con questa canzone,anche quando si prova vergogna a ripensare come si era fesse pochi mesi addietro.
Il cercare di affrontare tutto sempre a testa alta. Trarre filosofie di vita dai film, cercare di mandare giù e far finta di niente,che tanto prima o poi tutto passa. Il tempo è il migliore amico dei brutti ricordi,piano piano conduce verso l’oblio. Riporre tutte le speranze possibili in qualche amnesia improvvisa.

7.

Bipolarismo. Momenti di gioia pura (i venerdì, i nuovi incontri nel locale,la VITA, essere single è bellissimo mi sento padrona di me stessa) e momenti di sbasso totale (non sto studiando, non ho un ragazzo e tutte le mie amiche “puff” all’improvviso sono fidanzate anche le single incallite,morirò sola) .
Trovare sostegno negli Strokes,non tanto per i testi,quanto per il casino che fanno.
Il non voler pensare,che se penso mi angoscio,e non c’ho più voglia di essere angosciata.

8.

Il cinismo. Fase finale. Vedere che attorno a me nasce amore,anche in persone che non lo meritano.
Ritrovarsi a fare pensieri orribili “Lei è solo una stupida oca,eppure guarda come viene amata. Io sono meglio di lei e mi amano quelli sbagliati”. Il non capacitarsi come facciano certe persone a farsì che il ragazzo che gli piace LE SCELGA.
Come fai a farti scegliere,tra tante? Perchè proprio te,se per giunta non sei nulla di speciale?
Il credere di avere la verità in mano,ma probabilmente è solo sindrome pre post in mestruale.

9.

Mettersi l’anima in pace,che tanto il mondo va come deve andare.
E capire che quella sbagliata sono io, non tutto ciò che mi circonda.
L’unica cosa che posso fare è scremare CHI mi circonda.
Io ho iniziato da Capodanno : quest’anno non lo passo con chi è giusto che lo passi,con chi è più facile,ma con chi mi va.
I piccoli cambiamenti per l’anno nuovo,forse,possono partire anche da questo.
Buon anno, numerosissimi lettori! Grazie per essermi stati ad ascoltare, lo so che sono una pippa 🙂

FML (part II)

Sia chiaro che FML sta per Fuck My Life, insomma il chevitademmerda de no altri.

Questa settimana era pure iniziata bene,perchè Lunedì tornata dal lab riuscita a studicchiare  e ad andare a Zumba, joyful joyful.
Sempre lunedì inoltre, ho fatto da taxi driver a mia mamma che doveva fare una mega spesa alla Coop, e per rimenere in tema ” mi sento la PaolaMaugeridenoaltri” ne ho approfittato per farmi regalare una cremina viso ecobio, nuriente e protettiva, ho pensato che per l’inverno e l’aria gelida della mia adorata città sarebbe stata una bomba.
Il resto della settimana (che ancora non è finita,quindi potrei anche starmene zitta che non si sa mai) prometteva bene,dal momento che avevo due appuntamenti per fare ripetizioni (cash!!), l’ultima lezione con il Prof.Figo-che-assomiglia-a-uno-dei-3-moschettieri, un giorno libero senza lezioni e senza lab,  il lunedì in palestra si erano anche decisi a farmi la chiavetta per entrare, quindi ora ci posso andare agli orari che mi pare fare quello che mi pare  e diventare Belen Rodriguez alla seconda ed inoltre avevo preso la decisione di sostenere finalmente il TOFEL, visto che a maggio sarei intenzionata a fare domanda per l’Erasmus Placement.
Invece,nell’ordine,ecco cos’è successo:
-martedì, giornata libera al 100%, ho sprecato la mattina oziando ma proprio oziando di brutto, e mi sono parata il ciulo dicendomi che in realtà non stavo oziando ma facendo musico-terapia.
Quindi ora so a memoria parola per parola l’album AM e ho analizzato il lato metaforico di ogni canzone, così tante le volte mi trovassi a prendere una birra con Alex Turner saprei che discorso imbastire.

-mercoledì,a partire dalle 9.15 , avevo le 4h dell’ultima lezione con il Prof.Moschettiere-figo.
Mi ero decisa che mi avrebbe dovuto ricordare a modino, quindi avevo preparato i jeans e il golfettino caruccio da mettere, e i capelli erano lucidi e splendenti grazie alla maschera che gli avevo fatto domenica. Quindi ero abbastanza gasata.
Mercoledì mattina mi sveglio alle 8.50,ovviamente in clamoroso ritardo.
Vabbè penso che oramai tanto vale che arrivo con un po’ di ritardo ma decente,quindi decido di mettermi l’eye-liner che di solito a lezione evito. Era un eyeliner nuovo della Essence e nel metterlo mi era sembrato che valesse tutti i 3 euro che mi aveva fatto sborsare.
Vabbè insomma arrivo a lezione nemmeno troppo tardi,9.40, e al parcheggio trovo un mio compagno di corso  che vedendomi arrivare con la macchina,mi aspetta per entrare insieme a lezione.
Sicchè entro in aula e sparo un: “Buongiorno!” al Prof.Splendòr, il quale mi risponde con un :
“Buongiorno, e ben svegliatI”
E io cretina come so gli rispondo pure con un “grazie”.
Ecco qua, il Prof.Figo mi ricorderà pure,ma come la pelandrona dormigliona del corso,per giunta impertinente.
Per di più, prima di lasciare l’aula ha annunciato che a Gennaio avrebbe fatto una lezione riassuntiva, specificando:
“magari la facciamo alle 10.00. Non sono sicuro che alle 9.00 siano tutti svegli” Sorriso sornione.
Vabbeh,sono ufficialmente la pagliaccia del gruppo.

-mercoledì sera, ozio su Facebook quando SBAMM, mi viene sbattuta sulla Home una SUA foto, in un locale ben riconoscibile della mia città, con tanto di “indovina chi c’è stasera” come didascalia. L’aveva taggato una sua ex compagna di Università.
Così son venuta a sapere che il signorino è tornato per 2 giorni e ripartito. Senza chiamare per un caffè, per un ciao, per un “oh,sono da ste parti, sei viva?”. Il Nulla. Grazie Facebook.

-sempre mercoledì, tornata da Zumba noto che sulla palpebra superiore di entrambi gli occhi ho una riga stranissima ma estremamente precisa,come se mi fossi messa una matita rossa. Ho pensato che mi fossi struccata a cavolo sotto la doccia della palestra,quindi vado a ristruccarmi e sorpresa: non è residuo di trucco,ma la mia povera pelle. La mia povera pelle, fatta evidentemente di ricotta per essere così delicata, pelle che è rimasta come ustionata dall’eyeliner da quattro spiccioli della Essence,messo la mattina per andare a lezione dal Prof.Figo. Ecco perchè era una “riga strana e precisissima: era il solco lasciato dall’eyeliner mattutino”. Sorvoliamo.

-oggi, giovedì, mi mobilito per fare l’iscrizione all’esame TOFEL.
Scopro che nella mia regione non c’è più disponibilità, così come non c’è più disponibilità in tutte le città che posso raggiungere con sole 2 ore di macchina. A culo, trovo posto ad Ancona. Vabbeh,penso che va bene uguale. Chiamo l’amica che deve sostenere con me l’esame e le dico che tocca prenotarsi oggi, perchè i posti son già esauriti in mezza Italia. Mi risponde che ok,lo farà subito.
Infatti, il tempo di ricaricare il sito e mi dava che anche ad Ancona i posti erano completamente esauriti. La chiamo, chiedo se ha prenotato. Risposta “Sì,proprio un 5 minuti fa”. VABBEH.

-nel pomeriggio, mi aspettava una ripetizione. Parto, non curandomi del fatto che la macchina fosse in riserva perchè ero in stra ritardo. Per strada c’era un casino di nebbia, stile Le Nebbie di Avalon, ma ho notato che al mio tentativo di accensione dei fari la cosa non cambiava: fari fulminati, contemporaneamente, con una nebbia che non vi dico.
Risultato? Ho dovuto tenere gli abbaglianti per tutta la strada (per fortuna solo 10 min di auto più o meno) dicendo frasi del tipo
“Scusami..C’hai ragione! non è colpa mia..So na pippa,lo so..Sorry” a tutta la gente che mi slampeggiava. E che ovviamente,non aveva la minima idea che dicessi tutte quelle frasi carine da dentro la macchina.
– al ritorno dalla ripetizione,ho constatato che la situazione benzina era tragica.
Non è che ero in riserva: ero sotto zero. Ho cercato di convincere con il mio affascinante Karma la mia macchinina ad arrivare fino al benzinaio più vicino, andando tipo a 30 km/h per sprecare meno benzina possibile (si fa così,no?!) .
Beh, EPIC WIN, per un pelo ma non sono rimasta a piedi.

-è da stamattina che avevo un dolore persistente al mento. Stasera mi vado a lavare i denti e struccare, e sorpresa: non uno, non due,ma 3 magnifici e stupendi crateri adibiti a brufoli che stanno spuntando zona mento. Per di più, controllando meglio la mia pelle, ho un mare di bollicine sottopelle che temo presto si trasformeranno in brufoli. 23 anni e brufoli.  Ma mica si può.
Grazie,cremina dimmerda ecobio. Hai fatto un ottimo lavoro a quanto pare.

-domattina,cioè tra 8 ore più o meno, ho una lezione cui ho deciso di andare solo perchè verrà tenuta da un Dottorando che trovo molto carino.
Dal momento che sono le 1.25  e io sto ancora qui a scrivere boiate, scommettiamo che farò una figura barbina anche domattina?
Io scommetto di sì, per completare la settimana con il gran finale.

Insomma nessuna di queste cose mi ha portato a dire “Fuck my life”.
Ma TUTTE queste cose avvenute assieme,nell’arco di 96 ore,sì.

Lei mi guarda piangendo,e tra un singhiozzo e l’altro riesce a dirmi:
” ..e quindi se l’è portata a casa, in camera sua,dove a me in tanti anni non mi ha mai portata, capisci?”
Io la guardo e non ho la più pallida idea di cosa posso dirle per farla sentire meglio,perchè so che al momento non c’è assolutamente nulla che non possa farle provare il dolore immenso che la sta travolgendo.
Così sto lì in silenzio, le accarezzo la mano, le passo fazzoletti di carta e l’ascolto,perchè è l’unica cosa che mi sento in grado di fare.
E così,quando ha finito il racconto,quel racconto che mi fa sgranare gli occhi come una bambina e mi fa venire la pelle d’oca, alza la testa,si soffia il naso e mi guarda.
E’ arrivato il mio momento,devo parlare.
E mentre nella mia testa passano pensieri come ” Lo devi lasciare. Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere pochi anni fa, evidentemente qualcosa tra di voi non va più, lui è stanco,è cambiato,lo vediamo tutti che è così, è un’altra persona, te invece sei rimasta quella che eri a 14 anni, come fate?Come fai a passare sopra una cosa così? come farai a ridormirci insieme? Come farai ad essere di nuovo felice,dopo questo?”..mentre penso tutte queste cose, la guardo, e vedo il suo dolore sul volto e il suo guardo,e leggo i suoi occhi e quindi le dico l’unica cosa che lei vuole sentirsi dire.
“Sono 9 anni,pensaci. Sei disposta a lasciar perdere quello che avete costruito in 9 anni? Le cose forse si possono aggiustare”

..e mentre mi odio per quel falso suggerimento dato, mentre so che le farò tanti discorsi che non verranno ascoltati o condivisi “potreste prendervi una pausa. Potresti considerare l’opzione di ricominciare da zero, senza lui accanto. Potresti aspettare per prendere una decisione”
Lei mi guarda,si soffia il naso e dice:
“Io senza lui non ci so stare,io senza lui non vivo, io lo perdono, ci metterò una pietra sopra”.

La decisione non spetta a me.
Ma lei potrà perdonare,potrà cercare di dimenticare il dolore che la trapassa, ma io non ce la faccio a dimenticare e fare finta di niente.
Il cinismo che si impossessava di me quando si parlava di amore oramai è una barzelletta rispetto quello che provo,che non mi si vengano a dire frottole,l’amore non esiste,è una stupida favoletta inventata per placare gli animi e far vivere di illusioni le persone.
Esiste il sesso, esiste la passione,esiste la simpatia, esiste l’affetto, ma l’amore è un sentimento utopico,e anche chi pensa di essere amato più di ogni altra cosa al mondo dal proprio compagno o dalla propria compagna prima o poi si ritroverà con le ossa rotte per il dolore che prova nel cuore e gli occhi gonfi per il troppo piangere, e lo sguardo vuoto.
L’amore è un’utopia.
Peccato,perchè guardando loro due come coppia,fino alla settimana scorsa avevo creduto potesse esistere veramente.

E come i bambini imparano toccando un fornello accesso che il fuoco brucio, io ho imparato quanto può essere feroce l’uomo, e quanto è tremendamente pericoloso porre tutta la propria felicità tra le mani di colui che si sceglie di amare, il quale magari una sera si dimentica di quella cosa così fragile che ha tra le mani e senza pensarci due volte la riduce in mille minuscoli pezzi.
Ma lei poi, piangendo, affranta, delusa e addolorata, si china e con pazienza si mette al lavoro per rimetterli insieme, incurante della fatica e del tempo che ci vorrà.

Perchè fa più paura cercare di “costruirne” una nuova di felicità, magari più limpida e vivace, piuttosto che rimettere insieme i pezzi di quella vecchia, che anche se malconci e rovinati possono comunque dare un breve riflesso di ciò che era.

Siate saggi, non affidate mai la vostra gioia,la vostra serenità e la vostra felicità a qualcun altro.
Perchè in fin dei conti, nessuno ha particolare cura delle “cose” non sue.

I’m getting old and i need something to rely on

La verità,carissimo,è che mi manchi.
L’avevo scritto in qualche vecchio post,che ero consapevole che avrei provato questo sentimento prima o poi.
Avevo anche scritto che però avrei capito che la tua lontananza sarebbe stata la miglior medicina per me. [https://tuttihannobisognodiuova.wordpress.com/2013/08/27/there-will-come-a-time/]

E invece ieri sera mi sono ritrovata ad una festa.
Nella stessa casa dove, forse a maggio o forse a marzo,non ricordo il mese, c’era stata un’altra festa che ti aveva fatto devastare così tanto che ti avevo dovuto riportare a casa braccetto,ed accompagnarti fino difronte alla porta.
Quella festa è uno dei miei ricordi più belli,se parliamo dei ricordi legati a te. A te e me.
Perchè abbiamo riso a quella festa, abbiamo ballato,abbiamo preso in giro la scemarella del gruppo che ci provava con quello che ora è il suo ragazzo.
Perchè eri felice a quella festa, io ero felice, era un mese pieno di risate e di sorrisi,di abbracci e di sguardi carichi di frasi non dette.

Ma ieri sera te non c’eri.
Oramai non ci sei più,in questa città.
E la verità mi è arrivata addosso ieri sera, mi si è schiantata contro mentre un ragazzo con una camicia a quadretti mi è venuto addosso facendomi rovesciare la sambuca sulla maglietta.
L’ho guardato,era alto, moro, begli occhi.
Per un attimo ho avuto un flash, ho seriamente pensato che potessi essere te, nonostante fosse più mingherlino e più impacciato.
E così, BUM, come direbbero gli Smiths,come un autobus che mi ha investita,mi ha investita la consapevolezza del sentire la tua mancanza.

E allo stesso tempo mi avveleno l’anima consapevole che i tuoi sentimenti per me non sono affatto simili ai miei,consapevole del fatto che l’unica mancanza che puoi avere è per la tua ex ragazza/attuale ragazza, consapevole del fatto che questa città ti ha sempre fatto schifo, e che se potrai non ci metterai più piede.
Mi arrovello il cervello perchè voglio vederti, lo desidero non tanto per attrazione fisica, quanto più per poterti riguardare negli occhi, per poter rivedere quel sorriso sornione che fai quando pensi ad una battuta, per poter risentire la tua risata e rivedere la luce del tuo sguardo.
E mi odio per questo,perchè so che tutto ciò non sarà mai possibile, e mi conosco, più un evento è impossibile e più mi ci fisso.

E ti odio,per aver causato tutto questo,e per non sospettare nemmeno un briciolo di tutto quello che hai causato.
E odio, attraversare la tua via, quella dove c’era casa tua, e non riuscire ad evitare di alzare la testa per vedere se c’è una luce accesa, perchè la speranza che te sia tornato anche solo per prendere qualche ultima cosa riesce a soffocare la consapevolezza che non ti vedrò mai più.
E odio me stessa,perchè so che qualora tu tornassi anche solo per una breve visita, da me non avrai alcuna forma di rancore o astio,ma solo tutta l’amicizia,l’amore o l’affetto che vorrai.

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